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Laico, sposato due volte, quattro figli, Gran cancelliere del Regno, la più grande carica del tempo, proclamato santo, la memoria liturgica del calendario universale della Chiesa è fissata il ventidue di giugno. È il Santo dei nostri giorni, in Europa oggi tutti smaniamo in parole e pochi vedono i testimoni, tutti vogliono dettar legge, nessuno obbedire; tutti protestano e nessuno, a meno che non sia trucidato, volente o nolente nessuno volontariamente e lietamente muore. Oggi anche i distratti incominciano ad avvertire quanto a lungo e a fondo intuisse Thomas More. Nel dominio della storia si può dire che egli sia morto per la civiltà al pari che per la chiesa, per il pensiero al pari che per la fede. Non sarà tempo perso leggere con intelligenza da uomini di buona volontà le pagine che seguono.